Questo trasferimento quasi voluto dal destino, fu avvantaggiato dal fatto che certamente la vita non era tanto facile per il nostro protagonista, poiché proprio in quel periodo si avvicinava lo sbarco degli americani, ed essendo questi allora dichiarati nemici, i tedeschi fecero di tutto per ostacolarli. Perciò, fecero anche saltare le banchine del porto di Trapani per impedirne lo sbarco. Ma col senno del poi, con questa distruzione, anziché ostacolare, facilitarono lo sbarco dei mezzi anfibi statunitensi che trovarono tutto spianato.
Tali piani non erano condivisi da papà ed perciò in mezzo a tutto quel grande caos, chiese apposta di passare ai fari ed essendo un conoscitore del luogo non ebbe difficoltà a diventare guardiano del faro. A quel punto della guerra, mio padre ebbe l’ordine dall’Ammiraglio Manfredi di eliminare anche il faro, facendolo saltare con l’esplosivo, proprio come era stato fatto con le banchine di Trapani. Indubbiamente, il faro era un punto di riferimento molto importante e fondamentale per il nemico, ecco il motivo di tale scelta strategica militare.